Tino
Dimensioni: 200-250cm x 80 cm H 75cm
Materiali: Piano in noce massello (3cm taglio 45°), Gambe in ferro (sezioni 1,5 x 2,5/3cm)
Due assi di noce massello, lunghe e strette, poggiano su un’esile struttura in ferro, un traverso longitudinale collega le due gambe e due tiranti diagonali danno rinforzo alla struttura. Tino è una reinterpretazione dello storico Fratino, tavolo che nasce originariamente nei refettori dei conventi medioevali. Da li subisce un’evoluzione stilistica che nel corso del tempo porta alla nascita di modelli diversi ma tutti riconducibili alla stessa matrice. All’interno di questa evoluzione storico/tipologica, uno degli esempi più noti è il modello costituito da gambe in legno a forma di lira. Tino ne trae ispirazione, reinterpretandone i profili, giocando con le linee e gli angoli. Ne nasce una struttura sinuosa e leggera dove gli elementi della tradizione (debitamente rivisitati) ne costituiscono l’ossatura. La storica forma a lira delle gambe viene purificata ed ingentilita, conferendo al tavolo un’immagine snella e delicata. Questa leggerezza formale si concretizza nella scelta del ferro come materiale per la struttura, che permette di avere sezioni minime e creare così un ricercato contrasto fra le esili gambe e il piano in noce massello. Il legno del piano viene così volutamente esaltato nella sua importante matericità. Il taglio a 45° lungo il suo perimetro, infine, completa questo delicato equilibrio fra gli elementi.
Tino con la sola aggiunta di un semplice meccanismo di cerniere, che trova anch’esso le sue origini nella storia del Fratino, può trasformarsi in consolle.
Le gambe, con cerniere poste in mezzeria, ruotano a 90° verso l’esterno mentre le due assi di noce che formano il piano del tavolo, piegano l’una sull’altra dimezzando la profondità della superficie orizzontale e raddoppiando lo spessore che viene però alleggerito grazie al taglio a 45°.
I primi modelli di tavolo Fratino trasformabile nascono fra il medioevo ed il rinascimento quando gli ambienti domestici non erano ancora definiti e nello stesso ambiente si dormiva, si lavorava e si mangiava. Erano necessari quindi oggetti d’arredo che garantivano una pluralità d’uso. Oggi, arrivati ormai ad una chiara definizione degli spazi della casa, stiamo assistendo ad un processo di “reibridazione” degli stessi. Gli ambienti domestici stanno perdendo le loro nette separazioni funzionali a favore di una maggiore fluidità dell’abitare. La trasformabilità dell’arredo riacquista quindi importanza e in Tino, nella versione tavolo/consolle, diventa caratteristica fondamentale.