Apertura studio Failla + mostra
A cento anni dalla nascita e a trenta dalla scomparsa, Pollenza rende omaggio all’artista Fabio Failla (Lucca 1917 – Roma 1987), discendente per via materna della famiglia Ricci, di Massimo d’Azeglio, Alessandro Manzoni e di Padre Matteo Ricci.“MOMENTI FERMATI” sono gli eventi che prendono il nome dal titolo del suo diario personale. Domenica 9 luglio, dalle ore 18.30, sarà riaperto dopo un restauro che ne ha restituito le antiche atmosfere, il suo studio, in via Olivieri 7, con un evento privato all’interno della mostra (a cura dell’Arch. Chiara Salvucci) dove si potranno ammirare più di cento disegni inediti dell’artista. Alle 21.15, presso il Teatro Giuseppe Verdi in Piazza della Libertà, 25, ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, breve lettura di pensieri e riflessioni tratti dal suo diario “Momenti Fermati” e a seguire lo spettacolo teatrale “Novecento” di Alessandro Baricco, diretto e interpretato da Corrado d’Elia. La mostra rimarrà aperta anche nei giorni: venerdì 14 e 21 luglio (20.30-24.00) sabato 15 e 22 luglio (17.30-24.00); domenica 23 (18.00) visita guidata gratuita “Il rifugio di Fabio Failla: Pollenza e il suo studio”.
“Momenti Fermati” è un’iniziativa che nasce dal ritrovamento e da un’attenta selezione di una vastissima produzione di disegni e album di Failla rinvenuti all’interno di Palazzo Ricci Petrocchini, dimora dell’artista. Uno spaccato grafico perlopiù inedito prodotto dall’artista fra gli anni ‘40 e ‘60 e che racchiude in sé il senso pieno della freschezza espressiva e della fulgida rivelazione. Un universo spumeggiante di segni fluidi e genuini capaci di cogliere con un solo tratto frammenti di vita e situazioni inattese, un mondo di cantori, monache, prelati, figure pittoresche, amici intimi che ritrovava in paese, deliziosi nudi, obelischi romani, paesaggi delle amate Marche, e ancora il mare, la spiaggia, i bagnanti. Completano la raccolta, manifesti di spettacoli teatrali e immagini satiriche. Profondo e coinvolgente è lo spirito di umanità e di pathos emotivo che rende ogni immagine qualcosa di unico e di universale in grado di suscitare curiosità, interesse e stupore.
Il recupero dello Studio Failla, sempre ad opera dell’Arch. Chiara Salvucci è mirato a ricreare le intime atmosfere e le antiche suggestioni del luogo che l’artista stesso descrive come fonte della sua ispirazione, luogo scelto, fondamentale e necessario all‘anima, di uomo e di artista. Un intervento rispettoso della preesistenza architettonica, artistica ed emotiva teso a far rivivere i luoghi storici arricchendoli di nuovi spazi e linguaggi, in un vivace dialogo fra passato, presente e futuro. Il vecchio studio riscopre ora nuovi ambienti sottratti all’ abbandono e si arricchisce di nuove possibilità d’uso. Ciò che prima era soltanto studio diviene ora biblioteca artistica (contenente libri appartenuti a Fabio Failla) e spazio espositivo, (composto da un sistema di nicchie e grotte voltate che erano da tempo dimenticate nel sottosuolo), guadagnando sempre più in forza contemplativa. Senza confini di genere l’arte l’architettura, la materia e la natura si fondono insieme in una dimensione sospesa e magica.
“Nel restaurato Studio di Fabio Failla ogni cosa è tornata al suo posto: il cavalletto, la tavolozza, i pennelli, le terre, il camice rosso schizzato di colore. Si respira un’atmosfera pudica e solenne, di trepida attesa come se lui stesse per arrivare. (Alvaro Valentini)”
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